Gennaio 1st, 2022 by Vittorio De Vito_inplatea
Nel 1922, per migliorare le comunicazioni con il rione del Vomero in continuo sviluppo, l’amministrazione comunale aveva approvato un progetto per una funicolare che, partendo da via Roma e sottopassando la via Conte di Mola, doveva portare fino al Vomero. Per creare uno sbocco al traffico della funicolare fu ideata una piazzetta all’uscita della stazione inferiore, realizzata con la demolizione di vecchi stabili ad angolo fra via Roma e via Conte di Mola.
Contemporaneamente alla realizzazione della funicolare, l’architetto Pier Luigi Nervi, uno tra i maestri dell’architettura contemporanea non soltanto italiana ma internazionale, tra il ’26 ed il ’29 realizzò questo imponente teatro, tra i maggiori a livello europeo rispetto all’epoca in cui fu costruito.
“Questa sera alle 21.30 precise con uno spettacolo di gala, al quale interverranno le maggiori autorità cittadine e la più elevata aristocrazia, si inaugurerà l’ Augusteo, il più grandioso cine-teatro di Napoli, che la società Funicolare Centrale ha costruito con l’ Anonima Pittaluga. Anticipare di poche ore il giudizio del pubblico ci sembra superfluo: i napoletani, varcando la soglia di questo nuovo locale, avranno la sensazione esatta di quanto è stato compiuto per dotare la nostra città di un cine-teatro, che per vastità, comfort, eccezionalità di spettacoli, sia uguale alle maggiori sale cinematografiche d’ Europa e d’ America. L’ Augusteo, che è stato decorato da artisti valentissimi, come Carlo Siviero autore del velario e Ezekiele Guardascione, è capace di oltre tremila posti, dispone di un’immensa platea, di una vastissima galleria, di quattro ordini di palchi, di un colossale impianto di aerazione e di riscaldamento, di ascensori e scala mobile, costruzione della ditta Stigler. Al comfort di questo eccezionale cine-teatro hanno cooperato le migliori ditte italiane… Tutta Napoli sarà stasera all’ Augusteo, che inizia la serie di grandi spettacoli col supercolosso ” Volga Volga”. I prezzi dei biglietti che sono in vendita alle ore 18 alle casse del locale sono per questa sera i seguenti: galleria lire 15, sala lire 10, loggiato lire 5 “.
Così ” Il Mattino ” annunciava l’inaugurazione dell’Augusteo, con un articolo pubblicato il giorno 8 novembre 1929.
La scelta del nome, l’imponenza della struttura, la profusione di marmi e stucchi, rispecchiano il gusto e l’ideologia della classe dominante dell’epoca, che aveva voluto creare un luogo elegante, come punto d’incontro dell’aristocrazia e delle autorità politiche e militari. La volontà precisa di stupire il pubblico si rivela anche nella scelta della programmazione, che prevede sin dai primi mesi un susseguirsi di grandi ” colossi ” del cinema, con accompagnamento musicale di orchestre imponenti e cori d’eccezione. Infatti, nella realizzazione architettonica dell’Augusteo si era tenuto conto che tale struttura era destinata alla musica e al canto: di qui la sua eccezionale acustica. Grazie a questa sua peculiarità, l’Augusteo ospita cantanti del calibro di Tito Schipa, Beniamino Gigli, il tenore Giovanni Martinelli e i maggiori esponenti della canzone napoletana.
Dal novembre del 1929 al 10 gennaio del 1930, vengono proiettati film come ” Il quartiere latino “, ” Giglio imperiale “, ” Nina Petrowna ” con Brigitte Helm, ” Orchidea selvaggia ” con Greta Garbo, ” Tradimento ” con Emil Jennings, per la distribuzione delle maggiori case produttrici, come la Metro Goldwin, la Paramount, la Warner Bros. I films venivano spesso presentati o seguiti da balletti ” di lussuosa presentazione sceneggiata “, come cita la presentazione del balletto di Bella Schumann, rappresentato dal 9 al 25 dicembre 1929 dopo la proiezione del film ” Giglio imperiale “. Il 10 gennaio del 1930 venne proiettato per la prima volta il super colosso della cinematografia, ” sonoro, parlato e cantato “: ” L’arca di Noè “…
Il successo di pubblico fu inaudito: fino al 23 gennaio, 250 mila persone avevano assistito alla proiezione del film, che fu prorogato per altri due giorni rispetto alla programmazione per soddisfare le richieste del pubblico.
Nel 1930 inizia il musi-hall, cui si affiancano Beniamino Gigli con il quartetto d’opera, balletti e danze moderne, tanghi argentini ed acrobazie.
Negli anni successivi la programmazione del teatro vede alternarsi cinema e riviste. Ospita illustri artisti italiani e stranieri, il 25 marzo 1932 debutta Josephine Baker con i balletti del Casinò di Parigi e danzatori americani. Il 9 aprile è il turno della “compagnia di rivista Bluette-Navarrini”. Entrambi gli spettacoli furono un trionfo e l’Augusteo sempre più diventa il centro di ritrovo di tutta la ” Napoli chic “. Nel 1934 c’è il debutto del teatro di prosa con Elsa Merlini e Sergio Tofano, una precisa scelta di programmazione del teatro, che volle dare un maggiore rigore nelle scelte e nella gestione del locale. Ma il grande evento di quell’anno fu l’arrivo, il 30 marzo, della compagnia di Totò, che rappresentò le sue riviste fino al 13 aprile. Inutile dire che fu una apoteosi di successo con il botteghino che registrò il tutto esaurito tutte le sere. Contemporaneamente l’Augusteo continua ad ospitare rappresentanti famosi, o destinati a diventarlo, della canzone napoletana. Il 14 agosto del ’36 si esibisce ” La Bottega dei Quattro “, che fa capo a Libero Bovio, Gaetano Lama, Ernesto Tagliaferri e Nicola Valente e si avvalse successivamente della collaborazione di Ernesto Murolo.
Durante la guerra il teatro fu chiuso, per riaprire nel ’45 sotto la gestione degli alleati che lo ribattezzarono ” Red Cross Club ” ( Club della croce rossa ).
Fino agli anni ’50 l’Augusteo subì un arresto, fino a quando venne riaperto e ristrutturato. Cambiò dunque aspetto, e l’antico cinematografo-teatro venne stravolto dalla controsoffittatura che ne coprì la volta, mentre i quattro ordini di palchi vennero murati, e le porte e le mura della sala vennero nascoste dietro una pannellatura in legno.
Dalla metà degli anni ’80 il cinema cominciò ad avere un netto calo e la programmazione diventò frammentaria ed occasionale, fino alla definitiva chiusura. Quello che era stato il glorioso teatro, salotto dell’antica via Toledo, acquistò l’aspetto di un buio e polveroso deposito; la stessa piazzetta Duca d’Aosta fu lasciata nel totale degrado ed abbandono.
Nell’autunno del ’92, partita l’operazione di recupero con la disponibilità dell’Amministratore Unico della S.A.C.I.A.V., società proprietaria, Dott. Ettore D’Auria, e con Renato Abate da una parte, e Francesco Caccavale dall’altra, la struttura originaria è stata ripristinata ed il locale riapre ” alla città ” come sala teatrale. Sul piano tecnico e progettuale, questa operazione è stata ideata e realizzata da Pippo Caccavale, che ne ha curato e diretto il recupero, la valorizzazione, la ristrutturazione e tutte le fasi del restauro.
Augusteo
Botteghino
dal Lunedì al Sabato dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 16:30 alle 19:30
Tel: +39 081 414243
Piazzetta Duca D’Aosta,
263 Napoli
info@teatroaugusteo.com
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Gennaio 1st, 2001 by Giuseppe Grasso
Associazione Madrearte
L’associazione Madrearte nasce nel 2001 e fonda il proprio spazio nel 2015 a Villaricca, proponendosi come punto di riferimento, anche morale, per la provincia nord di Napoli. Dalla seconda stagione infatti sono arrivati i primi abbonati e habitué, attratti anche dal variegato cartellone che unisce spettacoli più classici con quelli di avanguardia e di cabaret.
L’associazione propone una ricca offerta formativa, che comprende corsi di teatro (diviso in quattro fasce d’età, comprende le seguenti materie: improvvisazione, gioco teatrale, gestualità e corpo, dinamiche di gruppo, tecniche della recitazione, mimo, regia, scrittura teatrale, tecniche della comunicazione, preparazione provini, psicologia teatrale, trucco, arte scenica, scenografia, maschere), canto (tecnica vocale, dizione, respirazione diaframmatica e postura, musica d’insieme, solfeggio, educazione musicale, storia della musica, canto lirico, canto contemporaneo, recitazione e arte scenica), cinema (montaggio, fotografia, regia, sceneggiatura e recitazione), musica (chitarra, basso, batteria, tammorra, pianoforte, percussioni, flauto, fisarmonica) e la cosiddetta palestra teatrale, un interessante laboratorio dove si studiano tecniche della recitazione, educazione vocale, regia, improvvisazione, mimo, tecnica della comunicazione, psicologia teatrale, arte scenica, scrittura teatrale, training attoriale e allenamento su corpo e voce.
L’associazione organizza poi la rassegna teatrale “Pan Teatro” insieme a diverse compagnie di artisti, che si configura come un vero e proprio festival che va da aprile a maggio. La scelta del titolo viene così motivata dall’associazione stessa: “Abbiamo unito due significati di valore, Pan da Panicocoli, la denominazione arcaica che il Comune di Villaricca ebbe fino al 1871, per dare quindi lustro al territorio dove si svolge il festival; Pan, dal “pane” e dal lavoro faticoso e umile per realizzarlo, come quello del teatro che vede lievitare con pazienza la crescita delle proprie opere, come dall’impasto al pane.” L’edizione del 2018 è partita il 6 aprile e prevede 24 appuntamenti, con diciannove spettacoli in concorso e quattro fuori corso, mentre le premiazioni si terranno il 10 giugno. Accolta con entusiasmo dalla città di Villaricca, Pan Teatro avrà una giuria composta non solo da tecnici, ma anche da venti ragazzi, con l’obiettivo di promuovere il teatro tra i più giovani e di portarli tra palchi e platee.
Gli artisti del Madrearte collaborano con diversi enti ed agenzie: è possibile scritturarli come ventriloqui, maghi, giocolieri, ballerini di danza aerea, acrobati, cabarettisti, mimi, artisti circensi, artisti del fuoco e delle bolle di sapone, piano bar, dj, servizio audio-luci-video.
Tra le produzioni del Madrearte ricordiamo “Impotente e prepotente”, “Sakketti in rivolta… balle ed ecoballe”; “Napoli in bianco e nero”, “L’etichetta”, “Abbascio ‘a grotta” e “Il passaggio… l’eco di un teatro occupato”.
Madrearte si impegna anche nel sociale: nel febbraio 2018 ha partecipato al progetto Stop Bullying, insieme ad altre realtà del territorio, per contrastare il dilagante e preoccupante fenomeno del bullismo, sia fisico che virtuale.
Fiori all’occhiello del Madrearte sono lo spettacolo autoprodotto “Scherzi da preti”, portato in scena con grande successo tra gennaio e febbraio di quest’anno (2018, ndr) e che diventerà una sit-com in onda prossimamente sul web, e i numerosi riconoscimenti come realtà di eccellenza del territorio a nord di Napoli.
Essere spettatori del Madrearte per una sera quindi equivale a conoscere un contesto di qualità e di spessore.
Direzione e botteghino
Via della Repubblica 173, Villaricca (NA)
info@madrearte.it
Come arrivare
In auto, tramite SP1 oppure Strada Comunale Asse Perimetrale di Melito-Scampia
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Gennaio 1st, 1992 by Giuseppe Grasso
Associazione Théâtre De Poche
Il Théâtre De Poche nasce per opera di Lucio Alloca e Sergio Di Paola nel 1992. I due si frequentavano all’Accademia del Bellini e decisero di tracciare un percorso simile a quello dell’omonimo teatro di Parigi perché volevano fare teatro dell’assurdo francese, ispirandosi al mondo della Rive Gauche. Da lì in poi è iniziata un’esperienza che si attiene alla collaborazione con spettacoli e cortometraggi di rilievo.
Nel 2001 ha trovato sede a via Salvatore Tommasi, spazio che ha un laboratorio di grande rilievo e che organizza una rassegna di spettacoli con la propria compagnia, “Le pecore nere”. Dopo due anni infelici di ristrettezze economiche il teatro ha ripreso a pieno la sua attività organizzando la propria rassegna, coltivando i grandi fermenti soprattutto dei gruppi meno conosciuti e ospitando opere di straordinario interesse.
Tra gli spettacoli recentemente messi in scena ricordiamo “Big Ben ha detto stop” di Massimo Di Matteo, sulla vita di Enzo Tortora, lo sfortunato protagonista del noto caso malagiustizia che lo colpì negli anni ’80, e “Noche de la barraca”, omaggio al poeta Federico García Lorca, tra i più famosi della letteratura spagnola e giustiziato dai fascisti di Franco poiché omosessuale.
Il Théâtre De Poche presta molta attenzione ai giovani offrendo loro laboratori di alta qualità didattica. I corsi sono due: l’E-Laboratorio Accademico, che si tiene quattro pomeriggi a settimana, e l’After Hours, che prevede invece due lezioni a settimana, sempre nelle ore pomeridiane. Nei giorni settimanali i corsi seguono il normale programma curricolare, mentre il sabato sono articolati in stage svolti da insegnanti esterni, a coronamento del curriculum infrasettimanale. Il corpo docenti è composto da Peppe Miale (recitazione, improvvisazione, regia), Sergio Di Paola (commedia dell’arte, clownerie), Massimo De Matteo (recitazione), Angela de Matteo (recitazione, elementi propedeutici al canto), Pino L’Abbate (dizione, dizione poetica), Laura Zaccaria (mimo, espressione corporea), Lorena Leone (movimento corporeo), Leda Conti (storia del teatro, recitazione in inglese), Gioia Miale (recitazione).
Molti suoi ex allievi lavorano in accademie drammatiche o in compagnie famose, e il corpo docente stesso ha accumulato una lunga e solida esperienza. A questo possiamo aggiungere anche la modestia: come lo stesso Peppe Miale, direttore artistico, ha dichiarato, “il nostro miglior riconoscimento è assistere alla realizzazione degli allievi”.
Tra gli spettacoli ospitati o prodotti in passato segnaliamo “Non ci resta che vivere” di Sergio Di Paola, “#Lavorover40” di Bruno Tramice, “Il sogno” di Marcello Cozzolino, “Sporte ‘e nummere e caurare ‘e stelle” di Angelo Serio, “Campionamenti da Stelle Nane” di Ida Vinella, “Priscilla killer drag” di Fabio Brescia, “Le guardie del suo corpo” di Mario Gelardi, “Il rosario” di Mario Santella (tratto dall’opera di Federico De Roberto).
Nella stagione 2016/2017 è stato parte, insieme allo Start/Interno 5, al TAN – Teatro Area Nord e al Piccolo Bellini, della rete Politeatro – Rete dei piccoli teatri metropolitani.
Si ricorda anche la partecipazione al “Festival multiculturale del friariello” tenuto a Materdei nel marzo 2011.
Tra i progetti per il futuro il Théâtre De Poche annovera la produzione di alcuni spettacoli, come “Non dirmi che hai paura”, tratto dal romanzo di Giuseppe Catozzella” e “La riunificazione delle due Coree” di Joël Pommerat, e il rafforzamento in generale della produzione artistica.
Lo spettatore del Théâtre De Poche viene ad ascoltare una bella storia, nata dalla primordiale, ancestrale necessità di raccontare e fatta secondo le più elementari leggi dello spettacolo, in una dimensione squisitamente artigianale.
Direzione e botteghino
Via Salvatore Tommasi 15, Napoli
theatre.depoche@libero.it
Come arrivare
Linea 1 fermata Dante
Bus linee 182 e 139
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