Ridere 2018, 28° festival del teatro comico, musica e cabaret presenta:
Quello che dice le parolacce << Chi troppo e chi imene, tutti diciamo parolacce, specialmente i bambini che imparano a riconoscerle da soli, senza particolari spiegazioni. Le parolacce esprimono le emozioni primarie dell’uomo-. rabbia, disgusto, paura, sorpresa, divertimento, ma quelle messe in rima e in scena da Federico Salvatore vanno oltre l’intento ludico e goliardico. Sono, invece, consapevoli di una loro validità poetica e vanno ascoltate e giudicte come provocazione al perbenismo di facciata, al falsopudorismo dei signori del piano di sopra, all’ipocrisia dei sozzi di dentro e lindi e pinti di fuori. Una bella malaparola rozza e primitiva, veritiera e sincera, mirata e motivata, è sublimazione fantastica di quell’impulso liberatorio, altamente efficace, sia per la propria salute interiore, sia per la chiarezza dei rapporti interpersonali. Nella vita, come sul palcoscenico, approfittando della libertà che la società ha sempre concesso ai buffoni di corte e ai pazzi, il linguaggio di Federico Salvatore si è posto sempre fuori da ogni regola. Pulcinella docet: “Signore bello mio, che pozzo dicere pe ve ringrazià? Vorria che la vocca mia fosse na chiaveca maiesta, acciò sboccanno addirittura nfaccia vostra, vi allagasse di liquidi, ed eruditi escrementi.” >> Federico Salvatore
di e con Federico Salvatore
diretto da Gaetano Liguori