Provvisoriamente è il mio avverbio preferito. Tratteggia e caratterizza la mia quotidianità. E non lo trovo affatto negativo, anzi dà speranze e promette miglioramenti. Anche se proprio a Napoli non c’è niente di più duraturo della provvisorietà. Da ragazzino frequentavo, e frequento ancora, un convento di frati Capuccini. Vi si svolgevano molteplici attività ricreative. C’era una squadretta di calcio. Calcio, passione mia! Sognavo di diventare un grande terzino. Sognavo. Ma ero terribilmente scarso e il mister mi invitò ad accomodarmi provvisoriamente in panchina. Non ho mai più giocato in quella mia squadretta del cuore. C’era anche una compagnia di teatro amatoriale in quel convento. Per tenermi attivo ed impegnato, fui invitato a far parte di quella compagnia. Ma il teatro non mi interessava, nun me passava manco p”a capa. Fui spinto a tentare almeno provvisoriamente. Quel provvisoriamente dura da 51 anni. Mezzo secolo al servizio del Teatro. Da Petito fino ad oggi. Tutto ciò fa parte dello spettacolo che porto in giro questa estate. Spettacolo in due tempi. Nel primo presento “Don Felice creduto guaglione ‘e n’anno”, appunto una farsa di petito. Una farsa perché la farsa è un gico, un divertimento puro, schietto, ingenuo, fanciullesco. E quanto bisogno ci sarebbe oggi della purezza dei più piccoli! Il secondo tempo racchiude brani del mio repertorio di cabaret, scenette de “I sadici piangenti”, monologhi di stretta attualità. Uno spettacolo semplice, per stare insieme in un gorno d’agosto, così, amichevolmente, simpaticamente, provvisoriamente.
Benedetto Casillo
scritto e diretto da Benedetto Casillo
con Benedetto Casillo
e con Gennaro Morrone, Enza Barra, Luciano Piccolo ed il maestro Carmine Mandia