L’ULTIMA ECLISSI


Dettaglio eventi

Evento finito il 11 Luglio 2019


Dolores Claiborne vive su un’isola “di fronte alle coste del Maine”; di mestiere fa la domestica ed è stata accusata di un orrendo delitto. Dolores Claiborne si trascina stancamente in scena, si siede su una sedia e inizia a raccontare. La polizia la sta interrogando e, per l’occasione, ha mobilitato addirittura una stenografa di città. E’ accusata di aver ucciso Vera Donovan, la sua datrice di lavoro che, vecchia e malata, è morta cadendo dalle scale. Inizia un monologo sofferto, ma lucido in cui Dolores confessa sì un omicidio, ma quello perpetrato ai danni del marito 29 anni prima. In un turbinio di emozioni che spaziano dal riso al pianto all’ira racconta ai tre interlocutori assenti sulla scena, ma facilmente immaginabili in quanto da lei descritti nei minimi particolari (due di loro li conosce fin da quando erano bambini) ciò che realmente è accaduto. Ma per farlo deve, per forza di cose, confessare l’omicidio avvenuto anni prima. Il marito di Dolores la picchiava e abusava della figlia maggiore e fu proprio Vera, di cui lei già si occupava, a darle lo spunto e la forza per compiere quel gesto estremo. Da quel momento per le due donne inizia un rapporto di complicità e di dipendenza psicologica che le porterà ad odiarsi e amarsi al tempo stesso. Nessuno in paese sospetta nulla; sono solo due vecchie signore che ogni tanto litigano e si urlano in faccia le peggio cose. In realtà anche Vera, in passato, ha ucciso suo marito reo di averla tradita e da quel momento si nasconde in casa aspettando l’arrivo dei due figli che vivono lontano e di cui lei racconta le vite con dovizia di particolari. << Lo stesso delitto, lo stesso dolore. >> Quando parla di Vera, Dolores la descrive come una carogna; le ha sempre reso la vita impossibile e riuscirà a metterla nei guai persino dopo morta. In realtà Vera ha compreso fin da subito la violenza fisica e psicologica che si consuma tra le mura di casa di Dolores e tutto ciò che vuole è aiutarla a uscire fuori da quell’inferno. Le due donne sanno e pur non facendone mai menzione, si riconoscono nello stesso patimento che le rende complici e amiche fino alla fine. Vera chiederà effettivamente a Dolores di aiutarla a morire e Dolores accetterà, ma non ci sarà il tempo materiale per farlo perché Vera spirerà da sola per le ferite riportate durante la caduta. << Vera aveva ragione quando diceva che una donna, per sopravvivere, deve diventare una carogna. Le carogne la spuntano sempre in questa vita. Quanto ai riccioli di polvere… che vadano a farsi fottere! >> I fantasmi del passato si manifestavano come riccioli di polvere sempre più grandi e venivano a tormentare prima Vera e poi in ultimo anche Dolores. Ma alla fine hanno vinto loro e la polvere è stata definitivamente spazzata via.

Rosaria De Cicco interpreta Dolores, ma interpreta anche suo marito Joe, Vera e Selena, sua figlia. Lo fa cambiando solo la voce e questo basta a far immaginare viso e struttura corporea di ciascun personaggio. In scena quattro sedie, tutte diverse: la prima, quella al centro in primo piano, è una semplice sedia di legno, a prima vista anche abbastanza scomoda, che è la sedia della stazione di polizia; la seconda è una sedia elegante, rossa e imbottita ed è quella della casa di Vera; la terza è una sedia a dondolo di legno ed è quella della cucina di casa sua e la quarta, nascosta dietro e in penombra rappresenta un sediolino del ferry-boat che ogni giorno porta Selena a scuola. Muovendosi e sedendosi alternativamente, a seconda del suo raccontare, su ognuna di esse, la De Cicco cambia intonazione di voce, postura e sguardo e riesce a descrivere, anche solo a parole, il giardino pieno di rovi dietro casa, il perfetto giardino di Vera, la stanza da letto di Vera e tutti gli ambienti in cui ella quotidianamente si muove e cerca di vivere la propria vita. Singolare che la prima della pièce sia capitata proprio nella giornata mondiale della violenza sulle donne e straordinario che, in questa storia, siano proprio le donne a vincere. Hanno sofferto, hanno lottato, si sono sostenute a vicenda e alla fine ce l’hanno fatta. <<Alla fine tuti i colori sbiadiscono. Alla fine tutto diventa grigio come un vestito lavato troppo.>> L’importante è che anche il grigio riesca ad ottenere una sua propria dignità.

 

Marianna Addesso_iNPlatea

Giugno 27th, 2017 by