Vaudeville contemporaneo Zeller prova la sua abilità con infinite varianti sul tema del desiderio del tradimento della verità e della menzogna.
Due coppie di amici ,una cena convocata dopo molto tempo e un grande disagio che improvvisamente si presenta fra loro.
Nulla di “Nuovo” ma grande abilità nella declinazione delle varianti,fra le parole si nascondono frustrazioni e risentimenti bugie e sensualità.
È una ridicola resa dei conti che mostra la falsa morale che si nasconde dietro le convenzioni, Paolo e Alice Lorenza e Michele credono di vivere in un sistema di valori condivisi che si possono facilmente trasgredire, ma la dimensione non è psicologica tutto è affidato alla parola, al teatro ;si tratta di un abile gioco di maschere, un gioco divertente e crudele che rende confusi i confini fra la menzogna e la verità il reale e l’immaginario.
L’adulterio sembra essere l’unico orizzonte della vita coniugale.
Ma non è necessario distinguere così chiaramente la verità dalla menzogna.
La commedia costringe gli attori ad abbandonare l’arco psicologico o narrativo dei personaggi,perché,di volta in volta ognuno di loro è chiamato a recitare o giocare un ruolo opposto a quello che ha vissuto nella scena precedente e devono farlo con molta leggerezza senza dare la sensazione che sta mentendo, è l’architettura della commedia che si fa carico della narrazione e l’attore deve sforzarsi di non essere più intelligente della situazione in cui si trova.
di Florian Zeller
con Serena Autieri e Paolo Calabresi
Regia di Piero Maccarinelli