IL PAESE DI CHI SE NE VA


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«È un sabato d’agosto, 1960. Caterina ‘a pazza si aggira per le strade del quartiere con in mano una torta con una candelina. “Panna e cioccolato a vivi e muort lev’ ‘o sciat” continua a bisbigliare
ed Alice incuriosita decide di seguirla. Inizia così il suo viaggio senza tempo nel paese che è sempre esistito, che esisteva sin da prima di mai. Ad accoglierla una piccola comunità che attende con
ansia l’inizio di una festa. Nelle ore che scandiscono l’attesa, un turbinio di urla festanti, di giochi infantili, di idee sussurrate, di riti gridati e preghiere dovute, di sogni raccontati e desideri mancati, di balli, confessioni, catastrofi e canti. Alice affronta spaventata e divertita la quotidianità delirante di quel paese lontano lontano. E i suoi ricordi riaffiorano, le storie si mescolano e ritornano le favole narratele dal padre. “Na favola è comme a na preghiera e nu scrittore è comme a nu Dio. E se ci credi veramente nu segreto r’ ‘a vita te rivela.” È nella fede costante che riponiamo in un sogno o in una favola la dimostrazione concreta della loro esistenza. E Alice si ritrova a scontrarsi con la veridicità di questo assunto. Col corto circuito di una realtà dominata proprio dalle dinamiche di quei sogni e di quelle favole che, mischiandosi a quelle della vita reale, ne stravolgono il senso, lo sintetizzano, lo enfatizzano. Dal cielo piovono saluti, un cane è il
messaggero di Dio, la guerra dura quanto una canzone e tanto altro è possibile nell’onirica danza tra prosa e poesia consumata nel paese di chi se ne va. Tutta questa tempesta di suoni, parole ed
immagini inonda la piccola Alice che, solo dopo aver affrontato l’intero viaggio, solo dopo aver attraversato paure e memorie, fantasie e silenzi potrà partecipare alla festa tanto attesa dagli
abitanti del luogo.
Una ballata di voci e di corpi. Una ricostruzione di fatti irrealmente avvenuti. Quel girotondo tribale ed eterno in cui la vita e la morte, tenendosi per mano, ostinate girano disperatamente e
gioiosamente assieme. “E sulo int’ all’uocchie dei cani, dei pazzi e dei poeti si riesce a spià na briciola ‘e memoria di tutto questo immenso e insensato girare”».

 

di Francesca Muoio
con Anna Carla Broegg, Marianita Carfora, Cesare D’Arco, Morena di Leva, Valeria Frallicciardi, Francesca Muoio, Davide Paciolla, Antonio Perna, Enrico Sortino, Luca Trezza
musiche Edoardo Simeone
regia di Francesca Muoio

Giugno 25th, 2018 by