Uno spettacolo di pensieri stupendi su cose terribili.
Un monologo scritto negli anni di isolamento, solo in parte dovuti alla pandemia, durante i quali il comico italiano più internazionale è riuscito a riflettere sulla condizione dell’essere umano, stritolato da grandi temi filosofici e messaggi vocali troppo lunghi, coppie tradizionali e trombamici sensibili, coscienza critica e politicamente corretto. E ancora plank, squat e altre parole pericolose.
Un testo sulla solitudine, scritto in solitudine. Che ogni tanto fa pure ridere.