‘A TERRA MIA


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Evento finito il 19 Agosto 2018


Una produzione Teatro Toto’

 

Partendo dai ritmi di un teatro moderno capace di affondare le radici nella più antica tradizione popolare partenopea, la commedia musicale ‘A terra mia ripropone in chiave più che mai attuale i temi che furono della grande Sceneggiata. Incarnando l’anima del popolo napoletano e rendondo vivo un genere capace ancora oggi di rappresentare le più sognanti espressioni di una città che cambia e che spera, lo spettacolo, nel nome della storica formula teatrale inventata da Cafiero e Fumo negli anni 20, ripercorre in modo schietto e palpitante i chiaroscuri di chi soffre e piange nacondendo le lacrime dietro le risate. Diventando un nuovo motivo di speranza per una città che guarda al presente nel nome del suo antico cuore ‘A terra mia scritto da MAssimo Abbate e Gaetano Liguori, lo stesso che con la sua regia esalta i tratti di un’umanità sofferente e ferita, sembra sancire la riscossa di un tipo di rappresentazione teatrale mai assopito nel cuore di tutti i napoletani. Prodotto dal Teatro Totò, donando nuova freschezza e vigore ad una Sceneggiata capace persino di giungere al sovvetimento del tradizionale drammatico epilogo, il lavoro tiene in vita le contaminazioni di un tipo di spettacolo appartenente alla gente del popolo trasferendo sulle tavole del palcoscenico valori come l’onore, l’orgoglio e la dignità. Proiettando in scena le immagini di anime dannate che tra passioni e sani principi provano a incarnare quel buono capace di sconfiggere il cattivo nel nome dell’integrità morale e della carnalità, ‘A terra mia fotografa i particolari di una città tristemente dolente, oggi da tutti frettolosamente definita come quella di “Gomorra”. Richiamando alla mente l’antico plot di “Isso, Essa e ‘O Malamente”, e ponendo al posto del “cattivo” la stessa città, lo spettacolo sulle scene minilali di Tonino Di Ronza presenta i tratti di una Partenope ora passionale, romantica e canora, ora perversa, corrotta e dissoluta. Un lavoro che con uno stile pungente, tra i diavoli provenienti da quella città cattiva vittima del cosiddetto “Sistema” consegna al pubblico un monito ed al tempo stesso un sincero atto d’amore per la propria terra. Perfettamente in equilibrio tra la tradizione e la modernità, raccontnado le violenze e le necessità di esseri alla deriva, la commedia musicale grazie ai brani di autori del nostro presente come Nino D’Angelo, Franco Del Prete, Rino Giglio e le note di compositori come Nicola Piovani, Franco e Luigi Campanino, porta alla ribalta i difetti di una terra da amare e odiare al tempo stesso. Nel segno di una Napoli ribelle e insanguinata ‘A terra mia con due attori e cantanti come Francesca Marini e Massimo Masiello e con un’affiatata compagnia, sullo sfondo di un disfacimento sociale senza fine, è capace di andare persino oltre la grande profezia drammaturgica di Edoardo De Filippo ed il suo proverbiale “Fujitevenne”. Ecco perché, partendo dalla negativa icona di un figlio infatuato dagli effimeri miraggi provenienti dalla malavita organizzata, il lavoro scaturito dal progetto di Gaetano Liguori, dapprima inquieta e poi trascina in una sorta di duello all’ultimo sangue tra il bene da raggiungere anche all’estero e quel disperato spettro della criminalità. Nell’attesa che quella “nuttata” eduardiana faccia rivedere finalmente un’alba di pace e di giustizia, dal palcoscenico, la “Sceneggiata moderna” di Liguori si trasforma in una grande invocazione per un domani migliore. Sulle note ed i versi dei figli della Napoli di oggi e con gli assoli, così come nel tradizionale stile della Sceneggiata, di un trombettista del calibro di Chris Botti, ‘A terra mia, indaga su di una società malata e martoriata. Inoltrandosi nelle menti di quelle giovani vittime costrette a dividere la loro esistenza tra il sogno di un Rolex ed un’auto sportiva e la realtà di una vita dove l’unica soluzione sembra provenire da chi viaggia al contrario delle leggi e dello Stato, la messinscena appassiona e sconvolge. Tirando in ballo gli stilemi della scena popolare, il lavoro, esamina attraverso un quadretto familiare animato da una madre vedova, un fratello ed una sorella con i rispettivi fidanzati contrapposto ad una donna boss ed al suo sicario, quell’atavico desiderio di benessere e dignità sullo scenario di una problematica madre terra da cui scappare senza girarsi indietro. Una terra natale malata, spaccata a metà tra purezza e correzione, vita e morte, da cui tuttavia non si può stare lontano.

 

di Massimo Abbate e Gaetano Liguori

con Francesca Marini e Massimo Masiello

musiche di Nino D’Angelo, Franco Del Prete, Rino Giglio

note di compositori Nicola Piovani, Franco e Luigi Campanino

alla tromba Chris Botti

diretto da Gaetano Liguori

Luglio 27th, 2018 by