Il movimento dell’aria permette il passaggio ideale tra me ed il luogo. Attraversa il torso liberando l’umano da futili ragnatele d’immobilità.
Il vento muove, distrugge, cura, culla. Il suo capriccio è fonte di mistero e di credenze.
Lontane o astratte queste quando la pelle viene colpita dall’elemento si risvegliano. Proprio questo istante di oscillazione tra il razionale e l’irrazionale è il punto di partenza della ricerca coreografica.
Percepire il divino dell’elemento, lottando con la propria razionalità.
Là dove non si vedono, essi sono.
Là dove essi corrono, io sono colpito.
Là dove sono immobile vengo scosso dall’invisibile.
coreografia di Manfredi Perego
Immergersi con Gli occhi dove Invisibili stanno
Musiche originali di Paolo Codognola Luci Ornella Banfi
Costumi Manuele Dello Preite Danzatori del Balletto Teatro di Torino