Una produzione Tradizione e Turismo – Centro di Produzione Teatrale
We know what we are, but not what we may be – W. Shakespeare
Vi siete mai chiesti cosa accadesse al personaggio una volta uscito di scena? Come se ogni personaggio potesse avere una vita propria in grado di continuare al di fuori dello sguardo indiscreto dello spettatore, in una immaginaria dimensione OFF?
Offelia incarna questa fantasia. Conosciamo la Ofelia innamorata di Shakespeare che nella sua ultima apparizione in scena canta, regala fiori e dice frasi sconnesse. Sarà la Regina poi a raccontarci la sua morte per annegamento. Ma cosa accade a questa donna folle d’amore nel suo immaginario tempo off?
Nel momento in cui esce di scena e, cantando, si perde nella natura fino a lasciarsi cullare dal fiume, nel tempo in cui l’acqua tracima nel suo labirinto di voci interiori, tra i suoni, i canti e le parole di suo padre, di Amleto e ancora di Gertrude, la madre di Amleto… cosa accade?
Lo spettacolo disegna echi di una rappresentazione infinita in cui la bella Ofelia ricerca le ragioni del suo Amore fin sopra quel ramo che si spezza, fino all’acqua che la contiene; immersa nella follia del vivere, del sognare, del dormire… fino a dissolversi e in un viaggio interiore lungo come un canto in cui ritroviamo la nostra esperienza amorosa.
di Luca Cedrola
adattamento drammaturgia e regia Graziano Piazza
con Viola Graziosi
e con la partecipazione di Graziano Piazza
scenografia sonora Arturo Annecchino
elaborazioni sonore Michele Fiori
ingegneria del suono olofonico Fabio Brugnoli
costumi Maria Alessandri Giuri