In scena al teatro Bellini in Napoli, una delle architetture più belle e prestigiose della cittá, la “caricatura” di uno spettacolo, che ambiva scimmiottarne uno vero. Una bella ragazza in scena è Desdemona, poi suo padre, poi sua madre e poi qualche dipendente del papà imprenditore. Le persone in scena provano loro malgrado a caratterizzare questi personaggi avulsi e francamente privi di ogni significato. Un personaggio è “muto”, è un operaio, che sposerà Desdemona. Tra invidie e sotterfugi sará buggerato da un collega finché ucciderà la moglie: Desdemona. Il muto, in scena è senza ombra di dubbio il personaggio più eloquente. Nell’epoca della tv spazzatura anche il teatro non ha voluto sottrarsi alla moda. Bella l’attrice non protagonista, che però è l’unica ad inchiodare lo spettatore, almeno quello di sesso maschile, con lo sguardo al palcoscenico. Ma sino degne di note anche alcune scelte registiche: la scena della copulazione “post nuptias” tra il muto e la “figa” Desdemona viene interpretata dai due intenti a ramazzare il palco condividenti la medesima scopa, “la scopa Pippo” è tutta un’altra scopa. TaTTaraTa e che dire della meravigliosa scena in cui uno degli operai sbircia Desdemona che fa la doccia, con una sega nella mano la utilizza per segare qualcosa di non definito. Insomma se potete, “passate la mano”, meglio un bel cinepanettone a €7,50 il periodo è quello giusto. Se esiste un movimento di detrattori del teatro questa allegro gruppo ne fa sicuramente parte. Però c’è da dire che se è vero che in molti minacciavano di fare causa al teatro per farsi risarcire non solo il biglietto ma anche il danno. In molti hanno plaudito l’improbabile compagnia.
Una produzione Napoli Teatro Festival Italia, Teatri Uniti, Casa del Contemporaneo in collaborazione con l’Università della Calabria
mi piace per completezza d’informazione riportare qui sotto integralmente il comunicato stampa.
iNPlatea_Vittorio De Vito
Autore, attore e regista tra i più interessanti del panorama italiano, Luciano Saltarelli dirige in un’originale commedia alcuni dei più brillanti talenti della scena contemporanea. Quel gran pezzo della Desdemona nasce dalla bizzarra contaminazione della trama tragica, articolata e ineluttabile dell’Otello di Shakespeare con il registro della commedia sexy, tanto frequentata dal cinema italiano degli anni ’70. Il risultato è una pièce scanzonata e surreale, che ci trascinerà in un mondo popolato da maschere gaudenti, superficiali e sessuomani che agiscono sullo sfondo della Milano degli anni ’70. Nella cornice storica e sociale di una città infiammata da lotte di classe e atti terroristici, dove la nebbia si confonde col fumo d’un ordigno esploso, città brulicante di esistenze brillanti o cupe, in corsa frenetica con la vita che accoglie con generosità fiumi di meridionali in cerca di fortuna, agiscono i nostri protagonisti, Desdemona e Moro. Lei è l’avvenente ed emancipata figlia di Brambilla, il proprietario della fabbrica di manichini dove lavora lui, un valentissimo operaio emigrato dal profondo sud, che ha perso la voce per salvare la fabbrica da un incendio. Attorno ai due amanti, si muovono una serie di personaggi ai limiti del surreale – Jago, l’infido collega di Moro; Emilia, la lugubre moglie di Jago; Cassiolo, lo sciocco operaio di infimo ordine nonché pedina essenziale nelle mani di Jago – insieme ad altre presenze inquietanti, apparizioni improvvise, incursioni impensate che alimentano la messa in scena di un incidente espressivo dai risvolti stranianti, di un sogno, di una visione, di un delirio personale scaturito dal capolavoro shakespeariano.
di Luciano Saltarelli
con Rebecca Furfaro, Giovanna Giuliani, Luca Sangiovanni, Luciano Saltarelli, Giampiero Schiano
scene e costumi Lino Fiorito
luci Pasquale Mari
suono Daghi Rondanini
assistente ai costumi Alina Lombardi
assistente alla regia Giovanni Merano
direzione tecnica Lello Becchimanzi
regia Luciano Saltarelli