RACCONTO D’INVERNO / OTELLO


Dettaglio eventi


Nel mese di ottobre 2017 il teatro Bellini sarà privato delle poltrone della sala e allestito in modo tale da “evocare” il teatro elisabettiano secentesco, in particolare il Globe Theatre di Londra e in scena, ogni sera per circa un mese si alterneranno una commedia e una tragedia di Shakespeare. Così, attraverso un approfondimento fuori dagli schemi sull’opera del Bardo daremo vita a un progetto che sottolineerà quanto questo autore ed il suo teatro parlino ancora e per sempre di noi, della nostra contemporaneità, dei nostri sentimenti, delle nostre pulsioni e delle nostre emozioni. GLOB(E)AL SHAKESPEARE è un allestimento particolarissimo che “contiene in sè” sei allestimenti diversi: annulliamo la distanza mantenendo la giusta distanza, ripercorrendo il teatro come rito collettivo, come flusso di emozioni che coinvolgono, nello stesso tempo, attore e spettatore. Il pubblico si sentirà, in questo modo, centro dell’accadimento teatrale.

Racconto d’inverno

Il racconto d’inverno (The Winter’s tale), tra gli ultimi lavori di Shakespeare, è una rappresentazione sulla gelosia, sull’errore e sul tempo. Sostenuta dall’adattamento di Pau Miró ed Enrico Ianniello, è il cambio di registro linguistico e narrativo tra la prima e la seconda parte che permette di passare dalla tragedia alla commedia a lieto fine.
Come spiega il regista Francesco Saponaro: «Ho scelto di ambientare il racconto in una fulgida ‘Sicilia dei principi’, a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento. Il re Leonte ospita a corte il suo amico d’infanzia Polissene, re di Boemia. L’atmosfera di festa viene inaspettatamente turbata dall’ingiustificata gelosia di Leonte per l’eccessiva confidenza tra Polissene e sua moglie Ermione. Il dischiudersi della follia persecutoria di Leonte, il repentino tramutarsi del suo sospetto in certezza, mettono in moto una catena di eventi con conseguenze fatali per lo stesso re e per chiunque gli sia vicino. […] A distanza di sedici anni dai tragici avvenimenti siciliani, il racconto si sposta in Boemia, che ho immaginato come un Sud arcaico, innocente e sacro, isolato e sospeso tra riti agresti e feste primaverili».
Atmosfere bucoliche e travestimenti, azioni che si dispiegano al ritmo della pizzica e l’uso di una lingua di scena ispirata ai dialetti dell’Italia meridionale, regalano alla seconda parte un’atmosfera comica. Poi l’epilogo, col ritorno all’amata Sicilia, il pentimento di Leonte, la devozione verso la statua della regina Ermione, l’amore che ricuce antiche ferite e salda unioni, per ritrovare quell’armonia familiare che sembrava per sempre perduta.
Il risultato è una messa in scena elegante e delicata, immersa in uno spazio metafisico in cui i costumi e gli oggetti di scena restano simboli fondamentali del percorso narrativo.

adattamento Pau Miró , Enrico Ianniello

con: Luigi Bignone Florizel, Rocco Giordano Palluso/Carceriere, Tony Laudadio Antigono/Pastore, Mariella Lo Sardo Paolina, Vincenzo Nemolato Autolico, Francesca Piroi Perdita/Emilia, Marcello Romolo Camillo, Leonardo Antonio Russo Mamilio, Eduardo Scarpetta Polissene, Edoardo Sorgente Leonte, Petra Valentini Ermione/ Mopsa

regia Francesco Saponaro
assistente alla regia Gianmarco Modena

Otello

La compagnia NEST presenta un Otello contemporaneo dove il marito, folle di gelosia, uccide la sua bella moglie perché è convinto che lei lo tradisca. Shakespeare, nella riscrittura di Giuseppe Miale di Mauro e Gianni Spezzano diventa occasione per denunciare la piaga del femminicidio; infatti, come spiega lo stesso regista «Il tutto nasce da un’esperienza personale. Ero al funerale di una conoscente vittima di femminicidio e il prete durante l’omelia disse: “Questi sono omicidi che uccidono anche chi li compie”. Ecco, fu proprio lì che pensai a Otello per raccontare questa tragedia della società attuale. Fu lì che nacque il nostro Otello». Una riscrittura in chiave “politica”, che, rimanendo abbastanza fedele all’originale, sottolinea ancora una volta l’universalità dell’opera del Bardo, che ha dipinto con i suoi personaggi uomini e donne comuni a qualsiasi tempo alle prese con passioni, sentimenti e vicende che possono essere adattate e riscritte per qualsiasi contesto storico e geografico. La compagnia Nest, con la sua inconfondibile cifra stilistica, caratterizzata dal forte impatto visivo e dall’utilizzo di una lingua napoletana che macchia il linguaggio shakespeariano lasciandone inalterato il verso, compie scelte dal significato ben preciso, come quella di costringere gli attori a rimanere sempre in scena come «spettatori immobili – spiega il regista – di fronte alla tragedia che si consuma. Anche se si parla della propria. Intanto il cerchio della vita gira e tutto si compie. Come nella società attuale in cui tutti sanno ma tutti tacciono».

adattamento Giuseppe Miale di Mauro
drammaturgia  Gianni Spezzano

con: Viviana Altieri Emilia, Francesco Di Leva Otello, Martina Galletta Desdemona, Giuseppe Gaudino Rodrigo, Adriano Pantaleo Iago, Andrea Vellotti Cassio

e con la partecipazione del gruppo #GiovaniO’Nest Antonio Coppola, Armando De Giulio, Emilia Francescone, Lisa Imperatore, Raffaella Nocerino, Ralph P, Nunzia Pace, Francesco Porro, Mimmo Sabatino, Carlo Salatino e Anna Stabile

cura del movimento Anna Carla Broegg
musiche originali Ralph P
regia Giuseppe Miale di Mauro
uno spettacolo della compagnia Nest

Agosto 31st, 2017 by